“Allora, quanto vi ci vuole per fare una cassetta di pomodori?”.
Rahid urla sempre. “Che vi paghiamo a fare? Sta arrivando il capo, datevi una mossa. Per la dieci dobbiamo aver finito, c’è un altro campo di pomodori da fare”.
Io sono Alin. Sono venuto in Italia da Albania a lavorare. Cinque euro a giorno.
“Ehi tu, albanese di merda, la prossima volta che ti vedo in piedi ti caccio a calci. Hai capito? Hai capito?”
Rahid parla con me. Voglio lavorare. Non ho risposto e mi sono rimesso giù.
Arriva una macchina.
“Rahid, come va stamattina?”
Il capo è italiano. Sembra uno di quelli di televisione quando stavo a casa, sempre elegante. Ha bella macchina grande e parla sempre telefono.
“Capo, tutto bene qui. Siamo un po’ in ritardo ma stiamo recuperando. Per le dieci finiamo e ci spostiamo.”
“Va bene, chiamo Vito e gli dico che per le dieci viene con il camion”. Il capo fa altra telefonata.
Viene camion tutto sporco di terra si avvicina al campo. “Chi ha finito venga qui”, urla Rahid.
Io finito. “Rahid, me ne vado. Ci vediamo oggi”. Il capo va via.
Devo chiedere ora soldi ad Rahid, ora che c’è capo. Corro. “Rahid, mi servono soldi”.
Rahid mi guarda e non risponde. Non ascolta.
“Rahid, mi servono soldi!” gli strillo.
“Che cazzo vuoi? I soldi te li ho già dati!”
“Devi dare ancora trenta euro.”
“Ma non rompere il cazzo. Non ti ti devo dare niente”
“Che succede?” Capo è tornato indietro a vedere che succede.
“Questo albanese di merda vuole soldi senza lavorare”
“Ah, bravo. Qui prima si lavora, poi si chiedono i soldi. Non funziona cosi’ anche da voi?”
“Io lavorato, ma Rahid non dato tutti soldi”
“Non dire stronzate. Noi paghiamo sempre tutti. Ora mettiti in fila, che devi salire sul camion.”
Io voglio soldi. “Rahid deve dare trenta euro”
“Ancora? Vattene”.
Corro verso capo, gli prendo il braccio.
“Che cazzo fai?” urla Rahid.
Sento forte botta sulla testa.
“Ma che cazzo fai Rahid? L’hai ammazzato…”
“Questo gia rompeva il cazzo da due giorni. Lo dovevo mandare via subito. Albanesi di merda…”
“Vabbè, non perdiamo tempo. Prendi le pale dal camion, chiama due o tre uomini e fai sparire tutto… guarda qua, mi ha sporcato pure la giacca! Merda!”
“Vito, tira giù le pale. Facciamo un po’ di pulizia.”
Perché mi buttate dentro buca? Io no morto, non mi mettere sotto terra. Sento macchina di capo che va via. Non mi buttate terra… non respiro…
Rahid urla sempre. “Che vi paghiamo a fare? Sta arrivando il capo, datevi una mossa. Per la dieci dobbiamo aver finito, c’è un altro campo di pomodori da fare”.
Io sono Alin. Sono venuto in Italia da Albania a lavorare. Cinque euro a giorno.
“Ehi tu, albanese di merda, la prossima volta che ti vedo in piedi ti caccio a calci. Hai capito? Hai capito?”
Rahid parla con me. Voglio lavorare. Non ho risposto e mi sono rimesso giù.
Arriva una macchina.
“Rahid, come va stamattina?”
Il capo è italiano. Sembra uno di quelli di televisione quando stavo a casa, sempre elegante. Ha bella macchina grande e parla sempre telefono.
“Capo, tutto bene qui. Siamo un po’ in ritardo ma stiamo recuperando. Per le dieci finiamo e ci spostiamo.”
“Va bene, chiamo Vito e gli dico che per le dieci viene con il camion”. Il capo fa altra telefonata.
Viene camion tutto sporco di terra si avvicina al campo. “Chi ha finito venga qui”, urla Rahid.
Io finito. “Rahid, me ne vado. Ci vediamo oggi”. Il capo va via.
Devo chiedere ora soldi ad Rahid, ora che c’è capo. Corro. “Rahid, mi servono soldi”.
Rahid mi guarda e non risponde. Non ascolta.
“Rahid, mi servono soldi!” gli strillo.
“Che cazzo vuoi? I soldi te li ho già dati!”
“Devi dare ancora trenta euro.”
“Ma non rompere il cazzo. Non ti ti devo dare niente”
“Che succede?” Capo è tornato indietro a vedere che succede.
“Questo albanese di merda vuole soldi senza lavorare”
“Ah, bravo. Qui prima si lavora, poi si chiedono i soldi. Non funziona cosi’ anche da voi?”
“Io lavorato, ma Rahid non dato tutti soldi”
“Non dire stronzate. Noi paghiamo sempre tutti. Ora mettiti in fila, che devi salire sul camion.”
Io voglio soldi. “Rahid deve dare trenta euro”
“Ancora? Vattene”.
Corro verso capo, gli prendo il braccio.
“Che cazzo fai?” urla Rahid.
Sento forte botta sulla testa.
“Ma che cazzo fai Rahid? L’hai ammazzato…”
“Questo gia rompeva il cazzo da due giorni. Lo dovevo mandare via subito. Albanesi di merda…”
“Vabbè, non perdiamo tempo. Prendi le pale dal camion, chiama due o tre uomini e fai sparire tutto… guarda qua, mi ha sporcato pure la giacca! Merda!”
“Vito, tira giù le pale. Facciamo un po’ di pulizia.”
Perché mi buttate dentro buca? Io no morto, non mi mettere sotto terra. Sento macchina di capo che va via. Non mi buttate terra… non respiro…
Copyright Piero Mattei 2007
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