martedì 9 ottobre 2007

Racconto - Gino il finanziere


Gino il finanziere non è uno di poche parole. Anzi, tutt’altro. Sa sempre cosa è meglio e cosa è peggio. Se gli chiedi un consiglio è tutto un lascia stare, te lo dico io cosa fare, dai retta a me, ma che cazzo ne sa quello, non ti preoccupare, ecc.
Sui quaranta, corporatura esile, sguardo serio, cappello sempre ben schiacciato sulla fronte e divisa sempre in ordine. Sul lavoro e’ il terrore dei commercianti, che sanno bene cosa significa vedere quella faccia entrare nel proprio negozio, magari accompagnato da un cliente appena uscito senza scontrino. Inflessibile. E’ questa la parola con la quale si definisce un tutore della legge fanatico come lui. Un bastardo. Cosi’ lo chiamano tutti.
Si narra che una volta, in un negozio, il figlio del titolare gli ha mostrato il proprio tesserino. “Dai, io sono carabiniere, collega...”. “Ho chiesto il registro dei corrispettivi, non il tesserino” è stata la raggelante risposta.
Per non parlare di quello che è successo quando si è installato in qualche azienda per mesi, leggendo documenti, facendo riscontri, verificando bilanci, fino a che la lista delle infrazioni al codice fosse abbastanza lunga per presentare il conto. Inflessibile.
E’ talmente inflessibile da risultare antipatico anche ai suoi stessi colleghi, con il suo voler sempre spiegare il perchè ed il per come di ogni cosa, i suoi io lo sapevo che dovevi dare retta a me, io ci sono stato, io ci ho lavorato, ecc. Ormai solo il suo amico Emanuele lo sopporta. Un po’ perchè si frequentano dalle elementari, un po’ perchè Emanuele è una di quelle persone pazienti, votate al sacrificio, che se hanno un amico se lo tengono stretto, a qualsiasi costo. Cosi’ a mensa, al loro tavolo, ci sono sempre solo loro due, lui ed Emanuele.
Una sera, lui ed Emanuele vanno a mangiare una pizza, con un vecchio amico, Peppe. Seduti al tavolo, una birra dopo l’altra, anche gli argomenti si fanno più leggeri. Cosi Emanuele si informa sulle ultime notizie dal mondo della musica da Peppe.
· “Peppe, tu che sei un cultore, che musica ascolti ultimamente?”
· “Mah, ti dirò... ascolto molto i miei vecchi dischi. Purtroppo costano un po’ i CD. Non è che me li posso comprare spesso. Venti euro sono venti euro!”
· “Venti euro?” fa Gino. “Ma sei scemo? Ma che te li compri i CD? Ma ancora c’è gente che compra i CD?”
· “Perche’, a te li regalano i CD? Oppure hai qualche sconto divisa color salvia?”
· “Ma che? Ma lascia stare. Ma oggi tutti scaricano la musica da Internet. Ma chi li compra i CD? Ma chi li spende tutti quei soldi?”
· “Io, per esempio.”
· “Ma che fesso che sei. C’hai pure l’ADSL a casa, scaricati la musica che è gratis. Ti affogherai di musica! Ma lascia stare...”
· “Io le cose le voglio comprare. E i musicisti li voglio pagare. Se facessero tutti come te, nessuno suonerebbe più. Non credi?”
· “Ma che dici? Ma quelli sono ladri. Venti euro! Ladri! Come tutti! Questo è un mondo pieno di ladri. Non mi fregano. Li frego io!”
· “Cosi’ rubi anche tu!”
· “Io rubo. E certo che rubo. Qua rubano tutti. Perchè, tu non rubi?”
· “Tu parla per te”.


Copyright Piero Mattei 2007

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