“Posso sedermi?”
Claudio distolse gli occhi dal giornale che stava leggendo. Ci mise un po’ per mettere a fuoco. Un signore dall’aria gentile, calvo, sulla settantina. Molto elegante. Vestito di scuro.
Lo guardava con un sorriso interlocutorio, aspettando la risposta che Claudio stava per dargli, con la testa leggermente piegata verso di lui.
“Prego, prego” , disse Claudio, scostando il cappotto dalla panchina. Il signore si accomodò, con un largo sorriso.
“Lo sa che lei mi ricorda qualcuno?”
Claudio, appena immerso nuovamente nella lettura, percepi’ la frase. Anche lui aveva avuto la medesima impressione.
“Effettivamente anche lei ha una faccia conosciuta...”
“Eh guardi, io non dimentico mai una faccia. Il problema è che poi non ricordo a chi appartiene!” disse scrutando attentamente i lineamenti di Claudio.
“Capita anche a me. Anche io sono molto fisionomista, ma ho una pessima memoria per i nomi. Lei è di queste parti?”
“Si. Abito in questo quartiere da sempre.”
“Dove l’ho già vista? Forse al supermercato! Io ci vado spesso.”
“Non credo. Una volta ci andavo. Adesso è un po’ che ne faccio a meno.”
“Beh, mi sembra giusto che qualcuno ci pensi per lei!”
Il signore gentile sorrise. “Allora ci siamo visti qui al parco. Io qui ci vengo spesso.”
“Io non credo” fece Claudio, ridendo. “Qui ci venivo quando non andavo a scuola. Poi ci sono tornato oggi dopo tanti anni.”
“Ah, e come mai?” fece incuriosito il signore gentile.
“Voglio fare una sorpresa a mia moglie. Sto aspettando che apra il mio amico gioielliere, per regalarle una bella collana. Sa, oggi festeggiamo dieci anni di matrimonio... lei è sposato?”
“Oh si, certo che lo sono. Mia moglie si chiama Enrica.”
“Come la mia! Ma guarda un po’!” fece Claudio, sorpreso. "E ha figli, immagino!"
"Oh, certamente. Ho due figli, un maschio e una femmina."
"Io ho un figlio e mia moglie è incinta. Partorirà tra qualche mese."
"Auguri! Le piacerebbe più un maschio o una femmina?"
"Femmina, direi. L'importante però è che vada tutto bene."
"Sono sicuro che sarà una femmina. I desideri delle persone oneste si avverano sempre."
I desideri delle persone oneste si avverano sempre. Lo diceva anche papà.
""Comunque lo sapremo presto. Mia moglie è andata a fare l'ecografia e tra un po' saprò se è maschio o femmina. Abbiamo già deciso i nomi. Se è maschio Carlo, se è femmina Giulia."
"Anche a me serebbe piaciuto Giulia. Mia figlia invece si chiama Marta. Mia moglie non ne volle sapere."
Claudio a quel punto ebbe la netta sensazione che quel signore gentile lo stesse assecondando, come a voler guadagnare la sua fiducia, magari per qualche motivo non proprio amichevole.
Un brivido gli percorse la schiena.
Uno squillo di cellulare. Claudio estrasse dalla tasca il suo telefonino. Enrica.
"Scusi un attimo. Ciao amore!"
Claudio si girò dall'altra parte, per avere un po' di riservatezza. Il signore gentile fece un sospiro e allungò le gambe, alzando il viso al cielo, con un'espressione rilassata.
"Femmina! E' femmina!" grido' Claudio. Il signore gentile sorrise, chiudendo gli occhi.
"Ma... come? Come non ti piace più Giulia? Abbiamo discusso tanto su questo!"
In quel momento, cadde la linea.
Claudio si girò, rivolgendo la propria espressione interrogativa al signore gentile.
"Non si preoccupi. Le donne cambiano spesso idea. E' normale."
I due rimasero un po' in silenzio. Claudio guardava il suo cellulare, come a chiedergli spiegazione per quello che le aveva appena detto Enrica. Il signore gentile rimase ad occhi chiusi, assorto.
"S'è fatto tardi. E' meglio che vada." Claudio si alzò in piedi. Prese il cappotto e se lo mise sul braccio. Poi porse la mano destra, in segno di saluto. "Arrivederla!"
"Arrivederla. Abbia cura di sua moglie. Sono sicuro che si tratta di una donna dolcissima."
"E' vero." disse Claudio, con un moto di orgoglio.
"E se le chiede qualcosa, l'accontenti. E' bello rinunciare a qualcosa, per amore."
E' bello rinunciare a qualcosa per amore. Quanto è vero.
Il cellulare suonò nuovamente. Claudio salutò frettolosamente il suo interlocutore e si incamminò, verso l'uscita del parco.
"Ciao amore! Allora? Come è andata l'ecografia?... Ah...bene. Quando ci devi andare?..."
Un ragazzo, sporco e traballante, gli si parò davanti.
"Giovedi' mattina? Ci penso io. Tu stai tranquilla."
Claudio cominciò a frugarsi in tasca, in cerca di qualche spiccio.
"Allora? Giulia non ti piace più?... Dai, non è un problema..."
"Sento male...come? Ah, si. Marta. Va bene. Mi piace!"
Fu un attimo. Il ragazzo estrasse il cacciavite e lo piantò nella pancia di Claudio, che cadde a terra urlando. Il ragazzo perquisi’ rapidamente Claudio rantolante, prese il portafoglio e scappo’ via, mentre cominciavano ad arrivare gli altri abitanti del parco, richiamati dall’urlo.
“Chiamate un ambulanza! Presto!”.
Una signora prese la mano di Claudio e l’accarezzò.
Claudio guardò il cielo, mentre con la mano provava a fermare i fiotti di sangue che uscivano. Gli parve di vedere l'espressione raggiante di Enrica, mentre rimirava allo specchio la collana appena indossata.
Quando arrivo' l'ambulanza Claudio era ancora li', con quell'espressione soddisfatta. Ma Enrica quella collana non l'avrebbe vista mai.
Il signore gentile passò accanto al crocchio, guardando dritto davanti, con aria sofferente. Poi si toccò il ventre.
“Sempre lo stesso dolore”, pensò. “Ogni volta”.
Copyright Piero Mattei 2007
1 commento:
Ciao Kiwi.
Davvero un pezzo di bravura questo.
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